Chiedimi se sono felice: il well-being aziendale e nuove professioni strategiche

Il concetto è semplice: la felicità del singolo è preziosa per la produttività collettiva.
Come raggiungere questo obiettivo in azienda? Partendo dall’ascolto, dedicando attenzione ai bisogni, mettendo le persone al centro e pianificando iniziative a sostegno del benessere psico-fisico, sociale ed etico dei propri collaboratori: questa è la strategia vincente per incrementare l’engagement e la retention nella propria azienda.

Il vantaggio della felicità in azienda

“[La felicità] Cercatela, tutti i giorni, continuamente” diceva qualche anno fa Benigni in un discorso rimasto tutt’oggi virale “perché l’hanno data a tutti noi, ce l’hanno data in dono quando eravamo piccoli.” Siamo nati per essere felici: è un istinto che abbiamo dentro.
Ed è importante esserlo anche sul posto di lavoro, dove passiamo gran parte della nostra giornata.

Psicologia e neuroscienze concordano: quando siamo felici siamo più efficienti. 

Stiamo parlando del vantaggio competitivo che Shawn Achor chiama “il vantaggio della felicità”. Felicità non intesa come “emozione” passeggera, ma come benessere generale: l’individuo che sta bene, può sfruttare al meglio le sue capacità cognitive e di conseguenza raggiungere quella soddisfazione a livello professionale e relazionale. E da questo, non in ultima istanza, ne trarrà beneficio tutta la produttività d’impresa. 

Vengono scongiurati pericoli come assenteismo, lamentele, scarso impegno e disgregazione dei legami di squadra. Al contrario, la “felicità lavorativa” porterà con sé come naturale conseguenza una maggiore motivazione, concentrazione sugli obiettivi, collaborazione e fiducia nel team, senso di appartenenza. In definitiva una riduzione del turn over e relativo minor costo in capitale umano per le aziende.

Le cosiddette “organizzazioni positive”, come le definiscono Daniela Di Ciaccio e Veruscka Gennari, founder dell’Italian Institute for Positive Organization, ovvero quelle “aziende che investono in felicità” possono ottenere davvero tanto in ritorno. Evidenze statistiche e studi sul campo ci parlano ad esempio di aumento di produttività (+31%), di impatto sulla retention (+44%) e tendenza alla creatività e all’innovazione (+300%). Non ultimo il well-being può essere un valido strumento di comunicazione esterna per l’azienda, con una crescita della brand reputation.

“La felicità autentica deriva dall’identificare e coltivare il proprio potenziale e dal suo utilizzo nel lavoro quotidiano”
(Martin Seligman, fondatore della psicologia positiva)

“Professioni del futuro” per la felicità di oggi

Ciò che risulta evidente, tuttavia, è che creare un sistema di well-being aziendale, oggi, vada ben al di là della semplice proposta di vari servizi benefit secondo i criteri di legge. Fare welfare è molto più complesso.  

Ecco perché sempre più, anche nelle aziende italiane, si stanno affermando nuove figure professionali di valenza strategica nel people management legate al welfare aziendale. Tra queste, troviamo il “Well-being manager” o il “Chief Happiness Officer”, ovvero il Manager della felicità.

Compito di queste figure è mettere in campo azioni efficaci e sostenibili capaci di impattare concretamente sulla crescita positiva delle persone, ossia sulla realizzazione del loro potenziale. L’obiettivo ultimo è il benessere generale, come valore condiviso da tutto il team di lavoro, che viene raggiunto grazie a una strategia integrata e ben progettata. 

Tante sono le iniziative che possono essere messe in campo: che si tratti di un calcio balilla in area break o della distribuzione di frutta fresca in ufficio,  dal risveglio muscolare in smart working, al supporto psicologico, da una maggior flessibilità oraria, alla creazione di gruppi di running, dalla riorganizzazione degli spazi in sede secondo il Feng Shui o di iniziative di volontariato ambientale sul territorio,… largo alla fantasia.!

Ma c’è una cosa che sta a monte di tutto ciò:
il Welfare manager innanzitutto deve saper ascoltare
In che modo?
Stay tuned: leggi il prossimo articolo, online a breve